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SOMMELIER DELLA SERA & NEVER WINE ALONE – Barolo 2016 Jacopo Casadio

“L’assaggio di un vino può diventare un atto creativo, nel quale l’arte non è tanto l’elaborazione di una descrizione, quanto invece farsi toccare in luoghi dell’animo di solito poco accessibili.

Sandro Sangiorgi – Il vino capovolto

Mi sono preso un consistente lasso di tempo per “trovare la prospettiva”, “ragionare sulle cose”, “indagare e immergermi nelle profondità più recondite…………………..”. Non è vero nulla.

Ci sono state tante fiere enoiche, tanto lavoro, altre degustazioni e non ho avuto il tempo per sedermi e scrivere un breve ma doveroso commento in merito ad una giornata importante, per me, ma direi parimenti importante per qualsiasi appassionato in quanto, i vini in assaggio, sono vini fondamentali per la carriera di un degustatore.

Chiedo scusa quindi per il ritardo nella redazione di questa “Totally Unnecessary Production” e con l’occasione voglio subito ringraziare l’associazione “Sommelier della Sera” nella figura di Daniele Biguzzi per l’opportunità e per la fiducia.

L’opportunità era niente di meno che una prestigiosissima degustazione alla cieca composta da una batteria di 12 Barolo (e già questo potrebbe essere sufficiente), della celebratissima annata 2016 (non ci basta ancora???), con una scelta oculatissima tra le vigne più leggendarie del mondo (famo basta??), con una selezione di interpreti e vignaioli tra i più bravi e alcuni – senza tema di smentita – fuoriclasse assoluti. (Sbudubum (parola onomatopeica che sta ad indicare uno svenimento con conseguente rovinosa caduta a terra (tra “futurismo Marinettiano” e “davvero scusate ma non so perché io devo parlarvi di Barolo”))).

Ed eccoci quindi 19 marzo a Cesena, davanti ad una platea di appassionati ben più preparati di me che sicuramente non sapevano fossi io a dirigere la degustazione, a provare a spiegare il Nebbiolo, la storia del Barolo, i suoli di Langa, i comuni e le MGA, il genius loci e la genesi dei vini in assaggio.

Dopo un’introduzione all’argomento che in questa sede bontà mia e anche un po’ vostra, vi risparmio, ecco avvicinarci con grande rispetto, ai calici.

Quattro batterie da 3 vini.

I° BATTERIA che chiamerei “da qualcuno bisogna partire e non è colpa mia”:

1. CRISSANTE ALESSANDRIA BAROLO DOCG CAPALOT 2016 CL.75 LA MORRA

2. CHIARLO CEREQUIO BAROLO DOCG 2016 CL.75 LA MORRA

3. LIVIA FONTANA BAROLO VILLERO 2016 CL.75 CASTIGLIONE FALETTO

Batteria di entrata di altissimo livello con La Morra e Castiglion Falletto protagonisti. Capolot di Crissante e Cerequio di Chiarlo, due anime diverse e forse complementari de La Morra. Un Crissante contratto inizialmente con un allungo finale al contrario molto disinvolto, il Chiarlo di Cerequio – abbastanza inconfondibile – vino di tempra, consapevolezza e chiaro/scuri, buonissimo; il Villero di Livia Fontana, quasi didascalico, centratissimo, degno rappresentante di Castiglion Falletto.

II° BATTERIA che chiamerei “di bene in meglio ma il quarto vino rompe gli schemi”:

4. CASCINA FONTANA BAROLO DOCG 2016 MONFORTE D’ALBA

5. PAOLO SCAVINO MONVIGLIERO BAROLO DOCG 2016 CL.75 VERDUNO

6. LUIGI BADANA VAJRA BAROLO DOCG 2016 CL.75 SERRALUNGA D’ALBA

Questa batteria si apre con uno dei vini più sconvolgenti di tutta la degustazione: il Barolo di Cascina Fontana da Perno a Monforte d’Alba in formato magnum. Un vino di una classe, eleganza e precisione fuori dal comune, in stato di grazia.  Si è poi proseguito con il seducente Monvigliero di Paolo Scavino da Verduno, di grande equilibrio e preso in beva perfetta, in contrapposizione all’algida austerità di Luigi Baudana nuovo progetto di Vajra a Serralunga d’Alba, un vino che non avevo mai assaggiato prima e che mi ha convinto subito, fin dalla prima olfazione.

III° BATTERIA che chiamerei “non potrei chiedere di meglio ma se c’è versate pure”:

7. VIETTI BRUNATE BAROLO DOCG 2016 CL.75 LA MORRA

8. TREDIBERRI ROCCHE DELL’ANNUNZIATA BAROLO DOCG 2016 CL.75 LA MORRA

9. CAVALLOTTO BRICCO BOSCHIS BAROLO DOCG 2016 CL.75 CASTIGLIONE FALETTO

Vietti e Cavallotto rappresentano la classicità, sempre se si possa parlare di “classicità” in Langa. Non so bene il perché di questo inciso ma quelli bravi a volte fanno sta cosa di dire una cosa e negarla subito dopo. Boh.

Brunate da La Morra e Bricco Boschis da Castiglion Falletto, possono essere considerati punti cardinali tramite i quali orientarsi in Langa. Profondo e cupo il primo, più leggiadro e magro il secondo, lunghissimi. di cilindrata impressionante. Tra i due monumenti ecco Trediberri da un’altra vigna leggendaria: Rocche dell’Annunziata, gustosissimo, con un centro bocca molto appagante e un naso danzante di fiori recisi.

IV BATTERIA che chiamerei “non penso di meritarmi così tanto ma forse sì, anzi NO! tieni un profilo basso, grazie davvero”:

10. MASCARELLO BAROLO DOCG 2016 CL.75 BAROLO

11. GAJA DAGROMIS BAROLO DOCG 2016 CL.75 LA MORRA

12. RINALDI GIUSEPPE BAROLO BRUNATE DOCG 2016 CL.75 BAROLO

Gli assaggi di vini di questo calibro forse meriterebbero solo ossequioso silenzio ed educata deferenza. Bartolo Mascarello da Barolo. Ha avuto bisogno di tempo per uscire, un vino in perenne divenire che nel bicchiere ha danzato con l’ossigeno fino a regalarci un caleidoscopio*di colori con un finale struggente per complessità e lucentezza. Gaja più monumentale, un vino di tecnica e di stile, con una dovizia di dettagli anche difficile da scandagliare. Il Brunate di Rinaldi è stata una sinfonia di sensazioni; un cielo stellato, una tessitura di magnifica fattura e un finale di commovente appagamento per allungo, gusto e classe.

*Caleidoscopio è una parola che devo sempre inserire quando descrivo un vino perché con alcuni amici facciamo spesso il gioco di berci un shot ogni volta che in un articolo a tema vinoso leggiamo “caleidoscopio”.

Ringrazio nuovamente tutti i partecipanti per avermi ascoltato fino alla fine, ringrazio il sommelier Nicola Viozzi che ha servito i vini, ringrazio Marco Casadei per avermi sopportato e supportato. Ringrazio il Circolo La Torre per l’impeccabile ospitalità e ringrazio Daniele Biguzzi e tutta l’associazione “Sommelier della Sera” per la fiducia e per l’oculata e generosa e intelligente selezione dei vini.

È stato un piacere ed un onore.

Iacopo Casadio

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