lunedì, Febbraio 24, 2025
HomeIl BlogAssenzio. Storia della fata verde. Di Biguzzi Daniele

Assenzio. Storia della fata verde. Di Biguzzi Daniele

Scrittori come Baudelaire, Rimbaut, Verlaine o pittori come gr Gogh e Manet lo assumevano con il laudano, un composto a base di oppio macerato che assumeva così proprietà allucinogene; oltre che catalizzatore artistico, l’assenzio costruì una vera propria tendenza fatta di eccessi, sregolatezza dell’ambiente borghese.

L’olio essenziale, infatti, che si ricava dalle foglie di artemisia absinthium contiene una sostanza chimica chiamata tujone, con effetti simili al THC della cannabis, capace di alterare i sensi.
Decadentismo e vita bohémienne esplosero in tutta Europa e possiamo dire che parte dei meriti vanno di certo alla “fata verde“.

Proibiti dal movimento contro l’alcolismo all’inizio del ‘900,  messo al bando e poi ritirato,  è stato tuttavia impossibile cancellare dalla storia questo prodotto che ancora oggi si distingue con la sua forza e il suo velo di mistero.

L’assenzio è un distillato ad alta gradazione alcolica. Seppur ogni produttore ha una sua ricetta segreta che può contare fino a 15 erbe, le erbe fondamentali sono l’arthemisia absinthium, una pianta che nasce rigogliosa nelle zone alpine e lungo i fiumi, e l’anice, responsabile dell’aroma fresco e pungente.

Assenzio, anice e altre erbe (per esempio menta, finocchio, melissa, camomilla, issopo e angelica) vengono fatte macerare in alcool per un paio di settimane e al termine della macerazione si procede con la distillazione con un alambicco in rame o in acciaio. Si ottiene così un liquido trasparente che viene colorato con l’ausilio delle erbe e zuccherato fino ad ottenere un liquore sciropposo che può avere le tonalità della clorofilla, dal giallo tenue al verde smeraldo.

Berlo non è proprio del tutto semplice, infatti la sua gradazione, solitamente intorno i 72%, potrebbe di recare qualche problema ai palati non abituati. E’ possibile diluirlo con acqua in rapporto 3:1 o 5:1 che non ne intacca minimamente il sapore oppure per i più temerari ricordiamo il rituale boemo moderno che consiste  nell’appoggiare sul bicchiere non troppo pieno di assenzio  una zolletta di zucchero imbevuta leggermente del prodotto, darle fuoco e aspettare che lo zucchero cominci a caramellarsi dopo di che versare qualche goccia di acqua fresca fino a spegnere la fiamma ed ecco a voi un perfetto assenzio in stile bohémien.
Se invece preferite gustarvi un cocktail, il mondo moderno e la continua evoluzione della miscelazione vi potrà far esplorare un nuovo orizzonte di cocktail dal nome non troppo convenzionale come l’ammazzasuocera o il girone dei dannati. Le combinazioni possono essere molteplici e il prodotto differente, a gradazione bassa o extra proof; blu, giallo, verde e di tutti i colori dello spettro, ma ciò che importa è che l’assenzio non cesserà mai di esistere, di essere una moda e avvolto da un alone di mistero.

By Sommelierdellasera

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

I PIÙ POPOLARI

COMMENTI RECENTI